lunedì 1 settembre 2008

La tragica comicità de La Mandragola

I valori dissolti dell'UmanesimoSiamo nel secondo decennio del ’500. La Repubblica fiorentina è caduta, a Firenze sono tornati i Medici. Niccolò Machiavelli, che era stato “segretario” della Repubblica, viene allontanato dai pubblici uffici e dalla città e si rifugia in una villa paterna in campagna. È in questo periodo di esilio politico che Machiavelli scrive i suoi capolavori, Il Principe e La Mandragola, un trattato politico che analizza le diverse forme di esercizio del potere e una commedia che racconta le vicende boccaccesche di mariti cornuti, consiglieri astuti, frati avidi, belle donne contese e giovani innamorati. L’autore è un uomo arrabbiato e sconfitto come la sua città, Firenze, che più di tutte ha combattuto la signoria e si è opposta al sistema delle corti e dei cortigiani. Entrambi i “ghiribizzi”, destinati il primo a segnare la scienza della politica, il secondo a illuminare la storia del teatro, non troveranno risposte e seguaci nel suo tempo. di Giancarlo Di Giovine, foto Archivio IGDA Le due opere derivano dall’Umanesimo fiorentino ma perdono la fede nel passato e l’ottimismo verso il futuro che lo avevano caratterizzato, per rifugiarsi invece nell’utopia e nella tragedia. L’utopia espressa è quella di un principe che sia redentore delle povere sorti e dei perduti valori dell’Italia. E la tragedia, se pur narrata ne La Mandragola come commedia – e una commedia così precisamente comica – è quella della borghesia comunale, con la decadenza delle storie, i costumi e i caratteri, ridotti ormai a pura parodia, di una classe destinata a lunghi e oscuri secoli di eclisse. Il personaggio più divertente della commedia, il dottor Nicia, è infatti un borghese rimbecillito da una falsa dignità personale e da ipocrite convenzioni sociali. Vuole avere un figlio dalla bella e giovane moglie Lucrezia e per raggiungere questo obiettivo andrà incontro ad umilianti beffe sessuali e pesanti raggiri economici, vivendole come cose giuste ed appropriate. Il fine giustifica i mezzi, ce lo insegna Machiavelli, e infatti per avere un figlio Nicia concede la moglie al giovane Callimaco, mantenendolo sotto il suo tetto, e offre inoltre favori e soldi al perfido Ligurio, uomo di sapere e ragione, e all’avido frà Timoteo, uomo di chiesa e superstizione. Il giovane Callimaco, forte, bello e ricco, viene dalla Francia, da dove, sul finire del ’400, scese anche Carlo VIII che attraversò l’Italia senza trovare resistenza e minando alle basi i sogni delle corti rinascimentali. Callimaco, però, arriva a Firenze con mire del tutto diverse da quelle del re di Francia: lui vuole conoscere e possedere la bella Lucrezia, la cui fama ha raggiunto Parigi. Ma Lucrezia tanto è bella tanto è virtuosa e l’impresa di Callimaco sembra disperata. In suo soccorso, arriva un parassita, Ligurio, il cui grande ingegno si sviluppa solo nello scroccare qualche cena e qualche lira, ma che per Callimaco elabora invece un piano perfetto: raggirare l’ingenuità di Nicia e il timor di Dio di Lucrezia con le loro stesse armi, scienza e religione. Ligurio fa passare Callimaco per un medico parigino che conosce il rimedio per la sterilità delle donne: una pozione di mandragola. Il problema è che quest’erba contiene veleno e ad assorbirlo non è il corpo della donna, bensì quello dell’uomo che giace con lei. Per cui bisogna «Fare dormire subito con lei un altro che tiri, standosi seco una notte, a sé tutta quella infezione della mandragola». Nicia accetta e anche la moglie, dopo molte resistenze, si lascia convincere dal frate confessore, frà Timoteo. Naturalmente sotto le vesti del "garzonaccio scioperato" destinato al sacrificio ci sarà Callimaco il quale, dalla notte con Lucrezia, non rischierà ovviamente nulla ma vivrà il piacere dei sensi e della conquista. È un meccanismo perfetto, inesorabile, congegnato da questo terribile demiurgo, Ligurio, che, a differenza degli altri, non prova alcun turbamento, tutto intento com'è a distribuire ruoli e tempi nella magnifica commedia. È forse lui il principe? Scaltro, avveduto, infame, vincitore. E qual è il premio per l'ingegno di questo piccolo Machiavelli? Una cena ottenuta gratuitamente? Callimaco è soltanto una pedina nelle sue mani, come un principe fatuo e sensuale nelle mani di un bravo consigliere. Il principe innamorato raggiunge il suo scopo: conquista, non per una notte ma per sempre, il corpo e l'amore della bella Lucrezia, ma il messaggio machiavelliano sta tutto in questo finale solo apparentemente felice: la donna che accetta l'amato e lo elegge a suo nuovo padrone e l'assurda scelta di Nicia di consegnare al rivale casa, moglie, averi e discendenza, lasciano trasparire in realtà la vacuità dell'impresa di Callimaco, la sciocca facilità dell'uomo che confonde il bene con il male, la sua capacità di raggiungere la perfezione dei mezzi per perderla però nella meschinità di un fine piccolo. In quanto al frate, si interroga sulla propria condotta solo per giustificarla: se ha ceduto al diavolo è perché è troppo buono e perché l'ozio del suo magistero a questo l'ha condotto. Eppure con quanta scaltrezza e abilità frà Timoteo convince la dolce e timorata Lucrezia a giacere con uno sconosciuto senza crearsene problema. «Quanto allo atto, che sia peccato, questo è una favola, perché la volontà è quella che pecca, non el corpo; e la cagione del peccato è dispiacere al marito, e voi li compiacete; pigliarne piacere, e voi ne avete dispiacere. Oltr'a di questo, el fine si ha a riguardare in tutte le cose: el fine vostro si è riempire una sedia in paradiso, e contentare el marito vostro».

domenica 31 agosto 2008

....Terroni...meglio esserlo ...

....
Spesso si cerca di tollerare ma fino a quando le gocce non traboccheranno dal piccolo vaso che
a fatica cerca sempre di contenerle?
Bugie ,falsità,ipocrisie....
Anche il più buono e paziente cuore, prima o poi non permette l'accesso alle assurdità.
Forse chi è troppo infantile non si accorge ...
La vita è fatta di gente che va e che viene e che spesso si deve salutare a metà viaggio se non all'inizio.
Certi pensano in cuor loro perchè lo desiderano ardentemente, di essere "Speciali" ,"Migliori "perchè mangiare un gelato seduti è da terroni...perchè parlare in un certo modo non è buona creanza.
Che vergogna ...
Di quali titoli si avvalgono?
Chi pensano di essere ...ovvio che i pianeti sui quali credono di vivere sono essenzialmente differenti...lontani.
C'è chi vuole a tutti i costi vantarsi di capire tutte le lingue ...chi legge un libro al giorno..chi poi
però non è in grado di trattare bene i suoi simili e chi gli sta attorno....non mette in pratica ciò che assimila...disdegna
i parenti .
Un libro non fa una persona e purtroppo neanche l'esempio che può apprendere da chi lo attornia...se egli non vuole.
Ci sono persone semplici che hanno un cuore lindo ma forte e altre egoiste,superficiali e viziate che non
hanno ancora imparato a vivere e non sanno quale sia la durezza e la realtà...
I sogni sono belli se si realizzano ma per poterlo fare bisogna crederci essere costanti e avere punti fissi.
Non vivere scapestratamente perchè tanto è così...perdere e non avere cura delle cose proprie e altrui...
Spero tanto che la vita non sia troppo cattiva con loro quando cadranno nessuno di sicuro li aiuterà o cercherà di
comprendere....
Le briosche lasciamole a loro a ch i stupidamente disdegna le persone e le cose semplici che viva con la sua mera superiorità ...anche saper pulire un tavolo e fare un bucato nella vita serve...

lunedì 18 agosto 2008

Storiella Indiana

Il mio amico aprì il cassetto del comodino di sua moglie e estraendone un pacchetto avvolto in carta di riso: "Questo - disse - non è un semplice pacchetto, è biancheria intima". Gettò la carta che lo avvolgeva e osservò la seta squisita e il merletto. "Lo comprò la prima volta che andammo a New York, 8/9 anni fa". "Non lo usò mai. Lo conservava per un'occasione speciale." "Bene. Credo che questa sia l'occasione giusta". Si avvicinò al letto e collocò il capo vicino alle altre cose che avrebbe portato alle pompe funebri. Sua moglie era appena morta.Girandosi verso di me disse: "Non conservare niente per un'occasione speciale, ogni giorno che vivi è un'occasione speciale."Sto ancora pensando a queste parole che hanno cambiato la mia vita. Adesso leggo di più e pulisco di meno. Mi siedo in terrazzo e ammiro il paesaggio senza far caso alle erbacce del giardino. Passo più tempo con la mia famiglia e gli amici e meno tempo lavorando. Ho capito che la vita deve essere un insieme di esperienze da godere, non per sopravvivere! Ormai non conservo nulla. Uso i miei bicchieri di cristallo tutti i giorni. Mi metto la giacca nuova per andare al supermercato, se decido così e ne ho voglia. Ormai non conservo il mio miglior profumo per feste speciali, l’uso ogni volta che voglio farlo. Le frasi ‘un giorno...' e 'uno di questi giorni' stanno scomparendo dal mio vocabolario. Se vale la pena vederlo, ascoltarlo o farlo adesso. Non sono sicuro di cosa avrebbe fatto la moglie del mio amico, se avesse saputo che non sarebbe stata qui per il domani che tutti prendiamo tanto alla leggera. Credo che avrebbe chiamato i suoi familiari e gli amici intimi. Magari avrebbe chiamato alcuni vecchi amici per scusarsi e fare la pace per una possibile lite passata. Sono queste piccole cose non fatte che mi infastidirebbero, se sapessi che le mie ore sono contate. Infastidito perché smisi di vedere buoni amici con i quali mi sarei messo in contatto 'un giorno'. Infastidito perché non scrissi certe lettere che avevo intenzione di scrivere 'uno di questi giorni'. Infastidito e triste perché non dissi ai miei fratelli e ai miei figli, con sufficiente frequenza, quanto li amo. Adesso cerco di non ritardare, trattenere o conservare niente che aggiungerebbe risate ed allegria alle nostre vite. E ogni giorno dico a me stesso che questo è un giorno speciale. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto...è speciale.

domenica 27 luglio 2008

La facciata e i tre portoni principali








La facciata è caratterizzata dalla presenza dell’ampio rosone e dei tre portali. Al centro è situato l’ingresso solenne, detto portale del Re o della Fede Mistica. È consacrato alla latria, all’adorazione di Dio. Sul timpano è posta una figura di Cristo in Gloria, con la mano sollevata nell’atto di benedire. A destra si trova il portale della Nascita che presenta la statua di Maria con Gesù Bambino. Tutt’intorno sono presentate le sette arti liberali e i saggi che le introdussero in Europa: la musica e Pitagora, la grammatica e Donato, l’astronomia e Tolomeo, l’aritmetica e Boezio, la geometria ed Euclide, la retorica e Cicerone ed infine la dialettica, portata da Aristotele. Il portale della sinistra è invece detto delle Età e raffigura, scolpita nel timpano, l’ Ascensione di Cristo. Le colonne che separano le tre porte sono ornate da statue dei re e delle regine di Giuda.
La pianta
La pianta della cattedrale è quella tipica degli edifici gotici francesi dello stesso periodo. È la pianta che più o meno si ritrova a Soissons, Reims, Amiens. È disposta su tre navate che si interrompono col transetto per dar spazio a un doppio deambulatorio la cui vastità è pari a quella della prima parte della chiesa. Il deambulatorio più interno contiene il coro mentre quello verso l’esterno, diviso in due navate, presenta una serie di tre cappelle a raggiera. La chiesa è la più grande e monumentale realizzazione gotica in Francia: è lunga 200 metri all’esterno, 130 all’interno; la navata centrale raggiunge un’altezza di 37 metri, superiore a quella della navata di Notre Dame a Parigi; le guglie delle due torri, completamente asimmetriche, superano i 115 metri e si elevano sopra ogni altro edificio della città.
Caratteristiche della cattedrale
La cattedrale, nonostante la straordinaria altezza delle volte, non dà l’impressione di tendere al cielo ma anzi sembra pesante e imponente. Gli enormi contrafforti dell’aula sono soprattutto una dimostrazione di forza e sembra caduto in secondo piano la loro funzione di sostegno alle volte.
Le vetrate e la luce all’interno della cattedrale
Le splendide vetrate sono giunte fino a noi grazie alla fortunata idea di smontarle e riporle in luogo sicuro durante i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale. Evitarono così la disastrosa fine che toccò ad altri gioielli gotici, ad esempio alle vetrate della Cattedrale di Colonia.
La presenza di ampie vetrate nelle pareti delle cattedrali è un’innovazione del gotico che abbandona le imponenti e pesanti masse murarie tipiche del romanico. È possibile costruire le vetrate grazie al perfezionamento dei sistemi di sostegno che portano a scaricare il peso delle volte su pilastri e colonne sempre minori e più piccoli ma disposti secondo una maggiore consapevolezza. A Chartres queste tecniche hanno permesso di realizzare una superficie di due mila metri quadrati di vetrate che hanno due caratteristiche particolarissime. Innanzitutto risplendono con la stessa intensità a qualsiasi ora del giorno, sia nella penombra del crepuscolo sia nella piena luce del meriggio. Inoltre le vetrate, pur di una policromia sorprendente, proiettano il proprio colore con una luminosità diffusa dando un colore sul blu all’interno.
Il suono
Oltre agli splendidi effetti di luce riscontrabili all’interno della cattedrale, il pozzo druidico e la volta che lo sormonta( che ha la stessa altezza della sua profondità), trasformano l’edificio in una specie di strumento musicale che amplifica le onde vibratorie legate ai torrenti che si troverebbero all’interno della collina. Secondo alcuni studiosi sotto la cattedrale si aprono a ventaglio quattordici corsi d’acqua, probabilmente costruiti dall’uomo. Questi torrenti rappresenterebbero le sette colombe a due becchi che si trovano al fianco della Madonna Nera che, infatti, per esteso è chiamata Nostra Signora Sotto la Terra.


La scultura dell’Arca dell’Alleanza
Su una colonna del portico sud della cattedrale è rappresentata l’Arca dell’Alleanza, il sacro raccoglitori nel quale, secondo la tradizione, furono poste le tavole dei Dieci Comandamenti consegnate da Dio a Mosè sul Monte Sinai. L’Arca fu custodita nel tempio di Salomone dove fu lasciata anche dopo la distruzione del tempio operata dalle truppe romane di Traino. Proprio nelle vicinanze delle rovine del tempio si accamparono i Templari durante il breve periodo del dominio cristiano di Gerusalemme. Secondo alcuni storici la cattedrale fu costruita proprio per ospitare l’Arca e alcuni altri manoscritti che i Templari avrebbero dovuto trovare in Terra Santa, molti dei quali verranno poi scoperti in una grotta sulle rive del Mar Morto nel 1947 e 1956.



Il labirinto dell’iniziato

Un altro particolare simbolo esoterico che si ritrova all’interno della cattedrale è il labirinto dell’iniziato, un disegno circolare realizzato in lastre bianche e nere che occupa parte del pavimento della navata centrale. Percorrere il labirinto a piedi nudi o in ginocchio, ed in un cerchio di soli 13 metri si sviluppa un percorso di ben 261 metri, doveva servire per ottenere l’indulgenza oppure era una forma sostituiva i un pellegrinaggio verso Gerusalemme. Labirinti simili risalgono già al periodo neolitico.
Labirinti simili risalgono già al periodo neolitico. Secondo alcuni studi lungo il labirinto veniva eseguita una danza rituale, di origini islamiche, durante le feste equinoziali, quando pulsavano violentemente le torrenti telluriche.

La cattedrale gotica














La conversione degli edifici pagani della Gallia in luoghi di culto cristiani
I Romani, una volta conquistata la Gallia tramite la spedizione di Cesare del 58-52 a.C., aveva lasciato alle popolazioni autoctone una grande libertà di culto. Si erano sviluppati così molti centri della religione druidica.
I Druidi erano i sacerdoti delle popolazioni celtiche che avevano sviluppato una cultura fortemente legata alla natura. Le loro manifestazioni artistiche sono strettamente connesse alla dualità della realtà: notte- giorno; bene- male; interno- esterno. I Druidi(etimologicamente “sapientissimi”) predicavano una religione che si basava su un Dio unico, in conoscibile e incomprensibile che si esprimeva grazie a tre grandi forze.
Sopravissero così per tutto il periodo della dominazione romana luoghi di culto druidici caratterizzatati dalla presenza dei menhir, pietre che racchiudevano i segreti esoterici dei druidi.
La situazione fu però completamente sconvolta con l’arrivo in Gallia dei primi evangelizzatori. In seguito alla loro predicazione molti luoghi sacri dei Celti divennero templi cristiani.
Le costruzioni preceltiche sulla collina della cattedrale
I primi edifici di culto sul luogo della cattedrale di Chartres sarebbero addirittura degli enclavi preceltici. Secondo una leggenda riportata nelle Vere cronache, opera di un certo Sebastian Rouillard pubblicata nel 1609, una vergine, dal nome di Carmelle(colei che porta la pietra) oppure di Belisana( figura che ha dato il nome alla regione dove si trova Chartres, generò un figlio Gargan- Tua. Tua( colui della pietra gigantesca) era stato concepito da Belenos, la più importante divinità della Gallia fino al 2.000 a.C. Gargan Tua veniva descritto come un trasportatore di pietre che venivano poste in alcuni giardini sorvegliati dai Carnute. Una delle pietre sacre a questa religione primitiva era conservata in un enclave proprio dove ora si trova la cattedrale, all’interno di una grotta chiamata Carnet-Is, nome dal quale, col passare dei secoli, si svilupperà l’attuale Chartres.
Le costruzioni celtiche
Nella stessa grotta, al fianco della pietra, i druidi collocarono una statua rappresentante una Vergine Nera con un bambino. Sempre secondo Rouillard la statua fu realizzata nel secolo precedente alla nascita di Cristo e ispirata da una profezia secondo la quale una vergine avrebbe partorito un dio. Vicino alla statua fu poi scavato un pozzo, tutt’ora conservato, nel quale si svolgevano cerimonie di iniziazione molto simili al battesimo.
L’iconografia delle Vergini Nere
Le Vergini Nere sono un tipo di rappresentazioni mariane molto diffuse in tutta Europa. Il loro significato non è ancora completamente chiarito anche se si delineano alcune teorie principali. Secondo alcuni sarebbero un riferimento al Cantico dei Cantici il libro allegorico della Bibbia che parla dell’amore tra due sposi( nell’interpretazione ebraica Dio e il popolo di Israele; in quella cristiana Dio e la Chiesa) nel quale la sposa afferma di essere bruna(v. 1,5). Altre teorie sostengono che sia un chiaro riferimento al culto della dea egiziana Iside che per molti aspetti può considerarsi vicina alla Vergine. Oppure si nota un parallelismo tra statue della Madonna Nera e il culto di Maddalena. In generale molto spesso queste statue si trovano su luoghi dove in epoca precristiana era sviluppato il culto di qualche divinità femminile. In Italia la più famose si trova sicuramente nella chiesa di Loreto, copia di una statua identica andata persa in un incendio nel 1921. La realizzazione di queste statue viene spesso attribuita a San Luca, come nel caso di Santa Maria in Transtevere a Roma.
Primi edifici cristiani
La fabbrica della cattedrale che attualmente è possibile ammirare è la quinta ricostruzione dell’edificio originale.
La prima cattedrale fu eretta già nel IV secolo dal vescovo Arentino, e già allora questa cattedrale era meta di pellegrinaggi. Questa chiesa venne demolita completamente dal governatore romano della regione che condannò a morte numerosi cristiani tra i quali la figlia Modesta . I corpi dei cristiani sgozzati vennero gettati in un pozzo vicino alla grotta, probabilmente lo stesso dei riti druidici.
La nuova cattedrale fu voluto da un religioso di nome Castone ma fu bruciata da Unaldo duca d’Aquitania. Venne restaurata ad opera di Godessaldo ma incendiata dal condottiero normanno Hasting, ricostruita fu definitivamente abbattuta da Riccardo duca di Normandia, che assediò e saccheggiò la città.
Le cattedrali romaniche
Di questa nuova cattedrale si hanno oggi molte più notizie. La cattedrale fu ricostruita dal vescovo Vulfardo ma nel 1020 venne nuovamente abbattuta, sotto l’episcopato di san Fulberto che diede vita alla quarta cattedrale. Fulberto era uno degli uomini più saggi della sua epoca e fu artefice del duraturo prestigio della scuola cardinalizia di Chartres. La cattedrale romanica fu completata nel 1028 e alcuni sue parti sono ancora visibili all’interno della cripta. I successori del vescovo aggiunsero tre portali alla facciata la incorniciarono tra due torri campanarie. I lavori poterono dirsi completamente terminati solo verso la metà del XII secolo. Ma la nuova cattedrale fu sconvolta da un catastrofico incendio sviluppatosi nel 1194 che risparmiò solo la cripta e i due campanili.
La cattedrale gotica
L’incendio si sviluppò in un periodo particolarmente propizio. Da pochi decenni infatti l’Europa, e in particolare la Francia, era attraversata da una colossale innovazione stilistica. Erano nati i primi maestosi esempi di cattedrali gotiche a partire dal 1128( cattedrale di Sens), ma questa prima parte di assestamento del gotico era conclusa, Chartres poteva costituire la maturazione di questo stile.
Così sarebbe nata la cattedrale che tutt’oggi è possibile ammirare sulla cima della collina sacra dei Carnuti e davanti alla quale Napoleone fu così impressionato che disse: “Chartres non è un luogo per un ateo”. I lavori per la nuova cattedrale iniziarono sotto il regno di Filippo Augusto. La chiesa venne consacrata il 17 ottobre del 1260 alla presenza di Luigi IX il Santo.
Il regno di Luigi IX
Luigi IX era rimasto orfano di padre all’età di dodici anni e la madre, Isabella di Castiglia, fu reggente fino al raggiungimento della maggior età del figlio. È un periodo particolarmente florido per la Francia, la vicina Parigi possedeva una delle più importanti e antiche Università di Europa e cantieri dell’importanza di Notre Dame. Il Regno è ricco e potente, Luigi ha relazioni privilegiate con il Medio Oriente e soprattutto con Costantinopoli. È anche un periodo di acquisizione di importanti reliquie che lo stesso re comprerà dall’imperatore franco d’Oriente Boldovino II. Quest’ultimo aveva sottratto numerose reliquie a Bisanzio che pochi anni prima era stata saccheggiata dai crociati ma ora si trovava in condizioni economiche critiche ed era costretto a venderle. Le testimonianze sacre, soprattutto la corona di spine, furono portate in Francia e per accoglierle, nel 1248, Luigi IX diede il via alla costruzione della Sainte Chapelle. La chiesa nascerà come cappella palatina ed è spettacolare l’espressione del gotico della chiesa superiore nella quale la volta sembra galleggiare sopra le immense vetrate che vengono interrotte solo da dei pilastri la cui presenza è appena avvertita. La chiesa verrà sconsacrata nel 1803, dopo aver subito grandi danni in seguito alla Rivoluzione.
Chartres al tempo della costruzione della cattedrale
Il centro di Chartres ha un’importanza chiave per il passaggio della Francia dai secoli dell’Alto Medioevo al Rinascimento. Fu proprio Bernardo di Chartres, e Abelardi di Parigi, che riuscirono ad aprire una breccia nella diga di ignoranza che veniva imposta dalla Chiesa ai fedeli. I due intellettuali riproposero le idee platoniche, riconoscendo l’importante ruolo degli scrittori precristiani nella formazione della cultura Europea:
“Se possiamo vedere più lontano di loro, non è grazie a una forza superiore della nostra vista, ma perché siamo stati prodotti da loro e portati ad una prodigiosa altezza. Noi siamo nani sulle spalle dei giganti.”( Louis Charpentier, The Mysteries of Chartres, pag.81)
I costruttori della cattedrale
Come per molte cattedrali gotiche non si conoscono i nomi dei costruttori dell’edificio. Probabilmente furono i benedettini dell’abbazia della SS. Trinità di Tiron a dirigere i lavori. Infatti questi frati avevano un monastero nella città nel quale erano presenti ben cinquecento religiosi tra i quali molti artisti. Il campanile nuovo, risalente al XVI secolo, è invece attribuito a Jehan Le Texier. Sugli architetti del resto della chiesa è impossibile azzardare ipotesi. In molte pareti sono incise iniziali o interi nomi ma non è sufficiente per ritenere che essi corrispondano a chi effettivamente costruì la chiesa. Potrebbe trattarsi infatti di benefattori, semplici muratori, di qualche sentinella, di un artigiano.
È invece più semplici delineare un ritratto dei muratori che lavoravano come braccianti alla costruzione. Dopo la distruzione della cattedrale, per edificare l’edificio gotico attuale, si assistette ad una vera e propria Crociata:
“Non si trattava di strappare il santo Sepolcro dalle mani degli infedeli, di combattere su un campo di battaglia contro uomini armati; ma di vincere la resistenza del Signore, di dirigere l’attacco verso il cielo, di trionfare per mezzo dell’amore e della penitenza. E fu proprio in questo modo che il cielo si dichiarò sconfitto; gli angeli, sorridendo, si arresero; Dio capitolò, e, nella gioia della sua disfatta, Egli spalancò il tesoro delle sue grazie, affinché se ne potesse disporre a piene mani.” (Huysmans, La cattedrale)
Alla notizia dell’incendio, infatti, migliaia di persone provenienti non solo dalla regione di Chartres ma anche da quella di Orléans, dalla Normandia, dalla Bretagna, dall’Ile-de-France e dal Nord, lasciarono le loro case per accorrere a ricostruire la cattedrale. I più ricchi portarono denaro e, insieme ai più poveri, si misero a tirare carri carichi di vivande e di calce. Secondo le narrazioni tutte le strade intorno alla città erano ingombrante da gente che trainava travi o spingeva carriole cariche di calce o di persone malate che si occupavano di costituire il basamento di preghiere e orazioni mentre i compagni sani lavoravano. Tra le persone che si dedicavano all’erezione della cattedrale si abolirono le distanze e le caste, tutti si assoggettarono docilmente alla dovuta disciplina, realizzando un’organizzazione semplice ma allo stesso tempo molto efficace. I momenti di pausa vengono dedicati alla preghiera, la domenica si svolgono processioni ed esposizioni di reliquie:
“Le preghiere diventano cosi' delle autentiche macchine da guerra, sono delle catapulte, degli arieti che scuotono i bastioni della città divina…”(Huysman, op. cit.)
Le cronache dell’epoca raccontano di miracoli che si verificavano ogni giorno ed anche prima dell’arrivo al cantiere.
Le vicende dei costruttori delle cattedrali chiariscono quali sono invece le condizioni delle costruzioni religiose al giorno d’oggi “costruite coi mattoni della vanità, tenute assieme col cemento dell’orgoglio” .

giovedì 8 maggio 2008

lunedì 28 aprile 2008

2 angeli...le cose nn sono mai come sembrano

Due angeli viaggiatori si fermarono per passare la notte nella casa di una ricca famiglia. Era una famiglia di persone molto avare che si rifiutarono di far dormire i due angeli nella camera degli ospiti. Infatti concessero agli angeli solo un piccolo spazio fuori, nel duro e freddo pavimento del pergolato davanti alla casa. Mentre si preparavano come potevano un letto per terra il più vecchio degli angeli vide un buco nel muro e lo riparo'. Quando l'angelo giovane gli chiese perché, lui rispose soltanto "le cose non sono sempre quello che sembrano"La notte dopo la coppia di angeli cercò riparo alla casa di una molto povera ma molto ospitale famiglia, dove furono accolti da un contadino e sua moglie. Dopo aver diviso con gli angeli il seppur poco cibo che avevano i contadini cedettero agli angeli i propri letti, dove finalmente i viaggiatori si poterono riposare comodamente.Quando il sole sorse, la mattina dopo, gli angeli trovarono l'uomo e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, la sola loro fonte di sostentamento, giaceva morta nel campo. Il giovane angelo ne fu infuriato e chiese al più vecchio come avesse potuto lasciare accadere una cosa del genere."Al primo uomo, che pure aveva tutto, hai fatto un favore", lo accuso' "Questa famiglia seppure aveva pochissimo era pronta a dividere tutto, e tu hai lasciato la mucca morire!""le cose non sono sempre quello che sembrano"replico' l'angelo "quando eravamo nel cortile della villa ho notato che c'era dell'oro nascosto nel muro e che si poteva scoprire grazie a quel piccolo buco.Siccome quell'uomo era cosi' avaro e ossessionato dal denaro io ho riparato quel buco, cosi' non avrebbe trovato anche quella ricchezza.""Poi la notte scorsa quando dormimmo nel letto del contadino l'angelo della morte venne per sua moglie. Io invece di lei gli ho dato la mucca.Le cose non sono sempre quello che sembrano." Qualche volta questo e' precisamente quello che succede quando le cose non sembrano andare come dovrebbero... ci sono persone che arrivano nella nostra vita e se ne vanno subito... qualche persona diventa un amico e rimane un po'...lasciando bellissime impronte nel nostro cuore... e non le perderemo mai perché avremo avuto un vero amico!!!!!!!!!!Ieri storia, domani mistero, il PRESENTE e' un regalo...

...mai indifferenza ed egoismo....

Un giorno, a un luminare della medicina venne chiesto quale fosse la più grave malattia del secolo.I presenti si aspettavano che dicesse il cancro o l'infarto.Grande fu lo stupore generale quando lo scienziato rispose: "L'indifferenza!"Tutti allora si guardarono negli occhi e ognuno si accorse di essere gravemente ammalato.Infine gli domandarono quale ne fosse la cura.E lo scienziato disse: "Accorgersene! "
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Uno strozzino morì. Per tutta la vita, egoista e spergiuro, aveva accumulato ricchezze sfruttando i poveri e carpendo la buona fede del prossimo. La sua anima cadde nel profondo baratro dell'inferno, che le avvampò tutt'intorno. Gridò allora: "Giudice supremo delle anime, aiutami. Concedimi una sosta, fa' sì che ritorni sulla terra e ponga rimedio alla mia condanna!". Il Giudice supremo lo udì e chinandosi dall'alto sul baratro dell'inferno chiese: "Hai mai compiuto un'opera buona, in vita, cosicché ti possa aiutare adesso?". L'anima dello strozzino pensò a tutto quel che aveva fatto in vita, e più pensava e meno riusciva a trovare una sola azione buona in tutta la sua lunga esistenza. Ma alla fine si illuminò e disse: "Sì, Giudice supremo, certo! Una volta stavo per schiacciare un ragno, ma poi ne ebbi pietà, lo presi e lo buttai fuori dalla finestra!". "Bravo! - rispose il Giudice supremo. - Pregherò quel ragno di tessere un lungo filo dalla terra all'inferno, e così ti ci potrai arrampicare". Detto fatto. Non appena il filo di ragno la toccò, l'anima dello strozzino cominciò ad arrampicarsi, bracciata dopo bracciata, del tutto piena d'angoscia perché temeva che l'esile filo si spezzasse. Giunse a metà strada, e il filo continuava a reggere, quando vide che altre anime s'erano accorte del fatto e cominciavano ad arrampicarsi anch'esse lungo lo stesso filo. Allora gridò: "Andate via, lasciate stare il mio filo. Regge solo me. Andatevene, questo filo è mio!". E proprio in quel momento il filo si spezzò, e l'anima dello strozzino ricadde nell'inferno. Infatti il filo della salvazione regge il peso di centomila anime buone, ma non regge un solo grammo d'egoismo

2 passerotti

Due passerotti se ne stavano beatamente a prendere il fresco sulla stessa pianta, che era un salice. Uno si era appollaiato sulla cima del salice, l'altro in basso su una biforcazione dei rami. Dopo un po', il passerotto che stava in alto, tanto per rompere il ghiaccio, dopo la siesta disse: "Oh, come sono belle queste foglie verdi!". Il passerotto che stava in basso la prese come una provocazione. Gli rispose in modo seccato: "Ma sei cieco? Non vedi che sono bianche!". E quello di sopra, indispettito: "Tu sei cieco! Sono verdi!". E l'altro dal basso con il becco in su: "Ci scommetto le piume della coda che sono bianche. Tu non capisci nulla! Sei matto!". Il passerotto della cima si sentì bollire il sangue e senza pensarci due volte si precipitò sul suo avversario per dargli una lezione. L'altro non si mosse. Quando furono vicini, uno di fronte all'altro, con le piume del collo arruffate per l'ira, prima di cominciare il duello ebbero la lealtà di guardare nella stessa direzione, verso l'alto. Il passerotto che veniva dall'alto emise un "oh" di meraviglia: "Guarda un po' che sono bianche!". Disse però al suo amico: "Prova un po' a venire lassù dove stavo prima". Volarono sul più alto ramo del salice e questa volta dissero in coro: "Guarda un po' che sono verdi". Non giudicare nessuno se prima non hai camminato un'ora nelle sue scarpe.

lunedì 21 aprile 2008

Chi 6?

Chi sei ? ...tu che non parli ma che di te sento l'odore,sapore d'amore che mi fa compagnia,nei giorni più bui quando la vita sembra non sia fatta per me.Chi sei ?...tu che come alito di vento,come la più dolce carezza mi sfiori e poi fuggi via,nascondendoti dentro di me.Chi sei ?...tu che di notte,fai eco alle mie parole e ti avvicini,perchè sai che non ti posso vedere e che poi ,quando il sonno mi porta con se,ti sento andar via,come...il volo di un angelo,che va a dormiredentro di me.

Angelo Custode


Sentirsi sfiorare senza mai toccarti, provare emozioni e forti sensazioni, percepire la presenza di qualcuno o di qualcosa che ti fa sentir sicuro di te stesso e di ciò che ti circonda.Essere sereno sentirsi in pace con te e con chi ti sta vicino,respirare l'aria perché la senti e riuscire a gustare il suo sapore.Guardare il cielo con i suoi colori e sorridere alla vita,non succede tutti i giorni.Ringraziare chi ti ha mandato su questa terra solo perché c'è chi ti non ti fa sentire figlio di nessuno.Tu che sei la luce che precede la mia ombra,riuscendo a far risplendere anche il mio angolo più buio.Tu che non ti presenti mai a nessuno,che ti nascondi e vien fuori quando tutti si abbandonano al sonno della notte.Tu che sei come un bambino innamorato della mamma e che aspetta che lei si addormentiper fargli una carezza.Sarebbe troppo bello poterti restituire un pò d'affetto,ma non soltanto con una preghiera.Toccherei il cielo con un dito e vivrei la mia vita in un sol momento,bastasse che tu mi dessi la tua mano e che per un solo istante, potrei essere io il tuo angelo custode.
Vestiti di un sorriso e di tanta speranza allena il tuo cuore per le future battaglie e impara da quelle che tu chiami sconfitte.
Ricorda, c'è un tempo per piangere e un tempo per sorridere, SEMPRE se questo è il giorno della tua lacrima ricordati che domani si potrà trasformare in sorriso se tu lo vorrai.Gli ANGELI
ti sono accanto qualunque cosa tu vivi, quando ti senti più sola è perchè non tendi loro l'orecchio del cuore.Liberati dai pensieri negativi allenta il legaccio che da sola ti stringi nel tuo grande cuore e continua a respirare,vedrai che il ritmo del tuo cuore aumenterà con i battiti della tua vita. Ascolta gli altri, ama e sorridi,riappropriati di cio' che sei e VOLA,vola più in alto del solee sii felice...