sabato 29 dicembre 2007

Mai giudicare gli altri...


Il colpo mortale
La persona che pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai sarà invece una delle poche che ti aiuterà ad alzarti.


Mai giudicare gli altri

Non dobbiamo mai giudicare la vita degli altri, perché ciascuno conosce il proprio dolore e la propria rinuncia. Una cosa è pensare di essere sulla strada giusta, ma tutt’altra è credere che la tua strada sia l’unica. -->

Raggiungere la mia anima


Benché il mio obiettivo sia comprendere l’amore, e benché io soffra a causa delle persone a cui ho concesso il mio cuore, vedo che coloro che hanno toccato la mia anima non sono riusciti a risvegliare il mio corpo, e coloro che hanno accarezzato il mio corpo non sono stati in grado di raggiungere la mia anima.


La passione ti fa smettere di mangiare, di dormire, di lavorare, di vivere in pace. Molti si spaventano perchè quando compare, distrugge tutto ciò che di vecchio incontra.


“Un nemico rappresenta sempre il nostro lato debole. Può essere la paura del dolore fisico ma anche la sensazione prematura della vittoria, oppure il desidero di abbandonare il combattimento pensando che non ne valga la pena.”(Paolo Coelho)


“Quando abbiamo davanti agli occhi dei grandi tesori, non ce ne accorgiamo mai.”(Paolo Coelho)


L’ amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo. L’amore può condurci all’inferno o in paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. E’ necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza. Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell’albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e coglierli. E’ necessario ricercare l’amore là dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza. Perché, nel momento in cui partiamo in cerca dell’amore, anche l’amore muove per venirci incontro. E ci salva.”



L’ Etemenanki: Il luogo ove la Terra si unisce al Cielo



Tutto quello che ci circonda e’ governato da due forze , due principi chiamati frettolosamente nella cultura Occidentale con l’ epiteto di “Bene e Male” , elementi spesso visti in contrapposizione l’uno l’altro.




Gia’ in Nietzsche essi sono presentati sotto la veste dell’Apollineo o luce e del Dionisiaco o caos , due aspetti in realta’ non contrastanti tra loro ,ma facce diverse di un “apeiron” primordiale che e’ monade Leibniziana di tutte le cose.



E’ proprio seguendo questo duplice aspetto che arriviamo nella citta’ di Torino , omphalos primordiale da dove si dipartono misteriose energie.
Secondo diverse leggende esoteriche Torino farebbe parte di un doppio triangolo magico, uno positivo , ai cui vertici si troverebbero Torino, Praga e Lione , e uno negativo composto da Londra e San Francisco.



La magia di Torino risiederebbe nella sua posizione , essa sorgerebbe su di un nodo geomantico , un “omphalos” appunto , punto di intersezione tra le tante correnti energetiche terrestri chiamate leys , appunto spesso caratterizzate dalla presenza di correnti d’acqua come nel caso della citta’ piemontese che sorge appunto alla confluenza di due fiumi, il Po , fiume maschile , il Sole, e la Dora ,elemento femmineo, la Luna ,che formano un mistico anello d’acque attorno alla città. Anche la localizzazione di Torino non e’ casuale , essa sorge perfettamente sul 45° parallelo, segnalato proprio dall’obelisco situato in piazza Statuto , luogo di cui parleremo in seguito.



Alcune credenze vogliono che la fondazione della citta’ risalga al periodo egizio , lo stesso nome avrebbe origini nord africane e in particolare deriverebbe da “Thwt Rym” .l Alessandra Luciano nel suo libro “I magici misteri di Torino” afferma che la citta’ fu fondata da un mitico sacerdote-faraone chiamato Pheaton , che letteralmente significa “qui e’ Aton” , e la cui etimologia ci riporterebbe al mitico Fetonte greco. Riassumendo rapidamente la leggenda, Fetonte era figlio di Apollo e della bella ninfa Climene , il ragazzo , orgoglioso di esser il figlio di un dio si vantava spesso delle sue origini e cosi’ , un suo amico , il malvagio Epafo gli racconto’ che sua madre aveva mentito e che il padre era un comune mortale. Fetonte deluso chiese subito conferma alla madre che , per tutta risposta, lo mando’ dal dio Apollo in persona.



Il giovane , per avere una prova di cio’ che gli veniva raccontato chiese ad Apollo un atto d’amore paterno e gli chiese di promettergli qualunque cosa egli avesse chiesto. Il dio accetto’ di buon grado ma , il figlio fece una richiesta molto pericolosa , gli chiese che gli lasciasse guidare il carro del Sole. Cosi’ Fetonte sali’ sul mistico cocchio , ma non abituato a guidarlo, inizio’ a perdere il controllo delle redini e il sole si avvicino’ cosi’ tanto alla terra che Zeus , preoccupato per le sorti del mondo, fu costretto ad ucciderlo con un fulmine .



Sempre secondo la leggenda il carro fini’ tra le acque del Fiume Eridano, nome che ricorda strettamente “iw ra danit” , il fiume sacro a Ra e dunque ancora richiami all’ energia solare e al dio egizio Aton.



Torino cosi’ e’ la citta’ “solare” , legata all’ aspetto maschile, ma il suo duplice aspetto la lega anche alla terra , al principio femminile e creatore e dunque alla grande madre. Ed ecco cosi’ che la luce fa posto al buio , il “sopra” lascia spazio al “sotto” al magico ed inpenetrabile sottosuolo della citta’ ove troviamo gallerie , mura difensive , grotte alchemiche e antri ipogei in parte naturali in parte realizzate dall’ uomo e dove si perpetuavano misteriosi rituali legati ai culti orfici importati nel periodo dell’impero romano dall’ oriente come quelli dettagliatamente descritti da Ovidio nelle “metamorfosi” o ancora da misteriosi alchimisti medievali.



Si dice che esisterebbero piu’ di una una trentina di antri di cui i piu’ importanti posti sotto il Duomo e sotto la chiesa della Grande Madre. Dopo questa virtuale discesa nel cuore della citta’ torniamo in superficie, soffermandoci proprio su questa chiesa il cui nome gia’ rievoca strani culti legati alle vergini brune ,del resto il tempio , costruito nel 1814 al ritorno dei Savoia dopo l’occupazione napoleonica , sorgerebbe su di un luogo dedicato ad Iside le cui tracce le ritroviamo anche ad Industria , un piccolo centro vicino la citta’ e a pochi km dalla citta’.



La chiesa sarebbe anche legata al mito del graal e cosi’ , alzando il nostro sguardo sull’ingresso del tempio troviamo due stranissime statue , la Religione e la Fede , realizzate da Carlo Chelli.
Strana particolarita’ delle due rappresentazioni e’ il fatto che esse sono rappresentate da due donne prosperose , la prima possiede in fronte un triangolo divino e ai piedi una tiara papale mentre un angelo inginocchiato le tocca la veste ; l’altra statua rappresentata appunto dalla Fede sorregge invece con la mano sinistra un calice attorno al quale appunto nasce la
leggenda legata al Graal , infatti, secondo la tradizione gli occhi della statua indicherebbero il luogo ove il calice sarebbe tuttora custodito.



Avvicinandoci cosi’ con occhi curiosi capiamo come tutto nella citta’ e’ visto in una chiave duale , Uomo-Donna , Sole-Terra , dualismo esasperato poi verso il 1800 in ambienti massonici e anticlericali e proprio adesso che il “doppio” , inizia cosi’ ad esser concepito non piu’ come aspetti diversi di una stessa realta’ ma la razionale mente occidentale mette subito in contrapposizione le forze , chiamandole “Bene e Male”.



Ecco che leggende parlano cosi’ di porte per gli inferi e per il paradiso , di cuori “neri” e “bianchi” della citta’ come Piazza Statuto considerato uno dei punti piu’ negativi di Torino e ancora oggi amata dai cultori della magia nera come luogo ideale per i loro macabri rituali. Questa zona rappresenta il “negativo” della città essa si trova ad occidente e quindi in posizione infausta perche’ qui tramonta il sole e perché qui vi era la "vallis occisorum" luogo ove venivan sepolti i morti nell’ antichita’. Ma Torino nn e’ solo male, e cosi’ esisterebbe una “porta positiva” posizionata nel mezzo alle statue dei due Dioscuri , letteralmente “figli di Zeus” , Castore e Polluce .




Nella citta’ sono conservate poi importantissime reliquie cristiane prima fra tutte per importanza la Santa Sindone, racchiusa nel Duomo , forse il piu’ importante disegno “acheropita” conosciuto , la Chiesa non ha ancora definito la Sindone come vera immagine di Cristo ma , la considera “santa” per le tantissime preghiere a lei rivolte dai fedeli.



Strane energie , mutevoli sensazioni , antichi culti e tradizioni , questo e’ il fascino intramontabile di Torino , mistico Omphalos ove non Bene e Male , ma Luce e Buio si incontrano per creare mutevoli sensazioni , quasi una sottile linea del crepuscolo oltrepassata la quale, la realta’ puo’ esser vista con occhi diversi , gli occhi di “colui che sa” e che puo’ ancora ritrovare tra le vie e le strade alberate della citta’ , ai piedi della fantastica Mole Antonelliana o sulle rive del Po ancestrali ricordi di culti oramai perduti.

lunedì 24 dicembre 2007

....per riflettere un pò




Film: Frida

È meglio avere un nemico intelligente che un amico stupido.


Film: La casa degli spiriti (1993)
Così come quando si viene al mondo, morendo abbiamo paura dell'ignoto. Ma la paura è qualcosa d'interiore che non ha nulla a che vedere con la realtà. Morire è come nascere: solo un cambiamento.


Film: La finestra di fronte (2003)

Tutti quelli che se ne vanno, ti lasciano sempre addosso un po' di sé. È questo il segreto della memoria


Film: La Notte (1960)

Lei si preoccupa soltanto di chi perde. Tipico degli intellettuali: egoisti ma pieni di pietà.


Film: Viaggio In Inghilterra (1993)

La vita dell'uomo è paragonabile ad una statua. I colpi di scalpello le provocano grandi dolori, ma solo così l'artista può renderla perfetta.
Perchè amare se perdere fa così male? Non ho più risposte: solo la vita che ho vissuto. Due volte nella mia vita ho potuto scegliere: da bambino e da adulto. Il bambino scelse la sicurezza, l'adulto sceglie la sofferenza. Il dolore di oggi fa parte della felicità di ieri. Questo è il punto.

Film: L'avvocato del Diavolo (1997)
A Dio piace guardare, è un guardone giocherellone, riflettici un po'... Lui dà all'uomo gli istinti, ti concede questo straordinario dono e poi che cosa fa? Te lo giuro che lo fa per il suo puro divertimento, per farsi il suo bravo cosmico spot pubblicitario del film. Fissa le regole in contraddizione, una stronzata universale! Guarda ma non toccare, tocca ma non gustare, gusta ma non inghiottire... e mentre tu saltelli da un piede all'altro lui che cosa fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate! Perché è un moralista! È un gran sadico! È un padrone assenteista ecco che cos'è! E uno dovrebbe adorarlo? No mai!

Film: Cuore Sacro (2005)

Ciascuno di noi ha due cuori ma uno eclissa l'altro se ognuno di noi riuscisse anche per un solo instante ad intravedere la luce del suo cuore nascosto allora capirebbe che quello è un cuore sacro e non potrebbe più fare a meno del calore della sua luce...


Film: Otto e mezzo (1963)
Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola e di essere fedele a quella, riuscire a farla diventare la ragione della tua vita, una cosa che raccolga tutto, che diventi tutto proprio perché è la tua fedeltà che la fa diventare infinita, saresti capace?


Film: O come Otello (2002)
Per tutta la vita ho sognato di volare, ho sempre desiderato vivere come un falco. So che non bisognerebbe essere invidiosi di niente ma... spiccare il volo, librarsi sopra tutto e tutti, quella è vita! Ma un falco non può stare insieme ad altri uccelli, non legano tra loro! Anche se gli altri uccelli vorrebbero tutti essere dei falchi, lo odiano perché è ciò che loro non possono essere: fiero, potente, determinato, tenebroso... Uno di questi giorni tutti presteranno attenzione a me, perché volerò anch'io!

Film: Il Padrino parte terza (1990)
Amicizia e denaro, sono come acqua e olio.
The Libertine

Consentitemi di essere esplicito sin dall'inizio. Non credo che vi piacerò. I signori proveranno invidia e le signore disgusto. Non vi piacerò affatto! Non vi piacerò ora e vi piacerò ancor meno in seguito. Signore, un avvertimento: io sono pronto a tutto! In ogni momento! Che sia merito o demerito, questo ora è difficile da dire. Tuttavia, è certo che sono un libertino! Continuerò a spassarmela, a provare ardenti passioni. Non doletevene, vi arrecherebbe afflizione! Traete le conclusioni stando alla distanza a cui vi terreste se stessi per mettere la lingua sotto le vostre sottane. Signori, non disperate. Sono pronto a tutto, si! Lo stesso avvertimento vale anche per voi! Placate le vostre squallide erezioni! Perché quando avrete un amplesso vedrò di cosa sarete capaci. Allora saprò se sarete venuti "meno" alle mie aspettative. Vi auguro di fottere, immaginando che la vostra amante segreta vi stia osservando di nascosto. Di provare le stesse sensazioni che io ho provato, e che provo. E chiedervi: era questo lo stesso brivido che sentiva lui? Avrà conosciuto, qualcosa di piu intenso? O c'è un muro di disgrazia contro il quale tutti battiamo la testa in quel fulgido, eterno momento? Questo è tutto. Questo il mio prologo. Nessuna rima. Nessun decoro. Non era quello che vi aspettavate spero! Sono John Wilmot. Il secondo Conte di Rochester. E non ho alcuna, intenzione, di piacervi!

Film: I cento passi (2000)...Nemiche Amiche (1998)

Peppino: È solo un mafioso, uno dei tanti Giovanni: È nostro padre! Peppino: Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio dire che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!


Film: Memorie di una geisha (2005)

Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era come il legno: radicata nel terreno come un albero Sakura. Ma a ne diceva che ero come l'acqua. L'acqua si scava la strada anche attraverso la pietra, e quando è intrappolata l'acqua si crea un nuovo varco.

Non dobbiamo aspettarci la felicità, Sayuri. Non è una cosa che ci è dovuta. Quando la vita va bene, è un dono improvviso, non può durare per sempre.

Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.

Film: I cento passi (2000)
Cento passi, cento passi ci sono da casa nostra. Vivi nella stessa strada, bevi nello stesso caffè alla fine ti sembrano come te...

Film: Papà Ho Trovato Un Amico (1991)

Salice piangente con lacrime a forma di ramo, perché piangi e non rispondi se ti chiamo? E perché un giorno lui ti ha dovuto lasciare? E perché non è potuto restare? Sulle tue fronde si arrampicava e con la sua piccola mano leggera ti accarezzava Con la tua ombra vinceva l'estate pensavi fossero eterne le sue risate? Smetti di piangere salice piangente perché questo piangere non servirà a niente, credi che la morte te lo abbia tolto, che non tornerà mai, ma cercalo nel tuo cuore, lo ritroverai.

Nemiche Amiche (1998)

Ben: "Stai per morire?" Jackie: "Tu che ne pensi?" Ben: "Si... Poi non ti posso più vedere?" Jackie: "Beh... Non vedrai il mio corpo, ma... hai presente i bruchi che si trasformano in un'altra cosa?" Ben: "In farfalle." Jackie: "Già... Basta che provi a pensare a me che, che volo via da qualche altra parte... E naturalmente un vero mago lo conosce il segreto, sa che anche se una cosa non si vede più, non vuol dire che non ci sia, quindi anche se ti potrà sembrare che sono scomparsa, il mago sa come stanno le cose." Ben: "E allora dove sarai?" Jackie: "Qui dentro, proprio dentro al mago." Ben: "Potrò parlarti quando sarai qui?" Jackie: "Sempre, sempre, sempre! Non sentirai la mia voce, ma in fondo in fondo saprai cosa ti sto dicendo." Ben: "Però non basta..." Jackie: "No... No... Certo che no, è chiaro... Perché non è tutto, e noi vogliamo tutto non è vero? Già... Però ci resta ancora una cosa, una delle nostre cose più grandi che potremo avere sempre... Lo sai qual è? I nostri sogni amore mio, possiamo sempre incontrarci nei nostri sogni, lì possiamo parlare l'uno con l'altro... E fare passeggiate insieme: d'estate, d'inverno, sotto la pioggia, con il sole, e io posso venirti a prendere e poi voliamo insieme..." Ben "Nessuno ti vuole bene come me!" Jackie: "No... E nessuno me ne vorrà mai!"
Nemiche Amiche (1998)

Isabel: "Tu conosci tutte le loro storie... Ogni piccola ferita... Sei la loro memoria, i momenti felici della loro vita sono tutti legati a te, ogni singolo momento! Non lo capisci? Guarda avanti al giorno in cui lei si sposerà... Io sono in una camera, da sola con lei, le sistemo il velo, le gonfio il vestito e le dico che non c'è mai stata una donna piu bella di lei. E la mia paura è che lei penserà 'vorrei che la mia mamma fosse qui!' " Jackie: "E la mia è che non lo pensi... Ma la verità è che lei non deve scegliere: può averci tutte e due, vorrà bene a tutte e due... E diventerà una persona migliore per merito mio, e per merito tuo. Io ho il loro passato e tu puoi avere il loro futuro."


Film: I cento passi (2000)
Devi sapere che la faccia di una persona è come un paesaggio. Una faccia può essere un giardino oppure un bosco oppure una terra desolata, dove non cresce niente. Io disegno solo i paesaggi che mi piacciono.

Film: Moulin Rouge! (2001)
[...] Racconto la storia di una prostituta e di un uomo che s'innamora di lei. Prima c'è desiderio... poi passione... poi sospetto, gelosia, rabbia, tradimento... quando l'amore si da al migliore offerente non puo esserci fiducia e senza fiducia non può esserci amore. La gelosia si la gelosia ti farà diventare matto!

Film: La ricerca della felicità (2007)

Non permettere a nessuno di dirti che quello che desideri è irraggiungibile... Se hai un sogno, devi difenderlo... Se vuoi qualcosa, vai e prenditela. Punto.

Film: La Rosa Bianca - Sophie Scholl (2005)

Anche se non capisco molto di politica, e non ho nemmeno l'ambizione di capirla, tuttavia possiedo un pochino il senso di che cosa è giusto e di che cosa è ingiusto, perché questo non ha nulla a che fare con la politica e con la nazionalità. E mi viene da piangere, per come sono crudeli gli uomini nella grande politica, per come tradiscono i loro fratelli solo per averne un vantaggio. Non è scoraggiante, a volte? Spesso non mi auguro nient'altro che di vivere in un'isola alla Robinson Crusoe. A volte sono tentata di considerare l'umanità come una malattia della pelle della terra. Ma solo qualche volta, quando sono molto stanca, e mi vedo davanti uomini così grandi, che sono peggiori delle bestie. In fondo però si tratta solo di tener duro, di resistere, nella massa che non tende a null'altro che al proprio tornaconto. Per loro, per raggiungere questo obiettivo, ogni mezzo è giusto. Questa massa è così travolgente, che si deve essere già cattivi semplicemente per restare in vita. Probabilmente solo un uomo finora è riuscito a percorrere tutta la strada, diritto fino a Dio. Ma chi la cerca ancora, oggi?

Film: La Rosa Bianca - Sophie Scholl (2005)

Mohr: Senza legge non c'è ordine. Sophie: La legge che avete appena nominato garantiva la libertà di parola prima dell'avvento dei nazisti nel '33. Oggi Hitler punisce quella stessa libertà con la prigione e la morte. Mohr: E secondo lei a cosa dovrei attenermi se non alla legge, chiunque fosse stato a formularla? Sophie: Alla coscienza.


Film: Il Miglio Verde (1999)

Ho compiuto 108 anni, Elaine, ne avevo 44 l'anno in cui John Coffey entrò nel miglio verde. Non è stata colpa sua, lui non poteva evitare quel che è successo, era... una forza della natura! Oh, ne ho viste di cose incredibili nella mia vita Ely... Un altro secolo sta per passare ma a me è toccato vedere i miei amici e i miei cari morire nel corso degli anni [...] E tu, Elaine, anche tu morirai e la mia maledizione è sapere che io sarò ancora lì. È la mia espiazione, capisci, la mia punizione per aver lasciato che John Coffey cavalcasse il fulmine, per aver ucciso un miracolo di Dio. Te ne andrai anche tu come tutti gli altri e io dovrò rimanere. Ah, prima o poi morirò, di questo sono sicuro, non mi illudo di essere immortale, ma avrò desiderato la morte prima che la morte mi prenda con sé. In verità... la desidero già adesso. [...] Ci penso quasi tutte le notti mentre sono a letto, e aspetto. Penso a tutte le persone che ho amato e non ci sono più. Penso alla mia bella Jane, a come l'ho persa tanti anni fa, e penso a tutti noi che percorriamo il nostro miglio verde, ciascuno a suo tempo, ma un pensiero mi tiene sveglio più di ogni altro in queste notti: se lui ha potuto far vivere tanto a lungo un topo, a me quanto resta ancora da vivere... Tutti noi dobbiamo morire, non ci sono eccezioni, ma qualche volta, Dio mio, il miglio verde sembra così lungo.

frasi celebri da film



Se ti chiedessi sull'arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti... Michelangelo; sai tante cose su di lui, le sue opere, le aspirazioni politiche, lui e il papa, le sue tendenze sessuali... tutto quanto vero?!? Ma scommetto che non sai dirmi che odore c'è nella cappella Sistina; non sei mai stato li con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto... mai visto... Se ti chiedessi sulle donne; probabilmente mi faresti un compendio sulle tue preferenze; potrai perfino avere scopato qualche volta... Ma non sai dirmi cosa si prova a risvegliarsi accanto a una donna e sentirsi veramente felici... sei uno tosto... Se ti chiedessi sulla guerra probabilmente mi getteresti Shakespeare in faccia eh?!? "Ancora una volta sulla breccia cari amici"... Ma non ne hai mai sfiorata una... non hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l'ultimo respiro mentre con lo sguardo chiede aiuto... Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto... Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile, non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi... sentendo che Dio ha mandato un angelo solo per te, per salvarti dagli abissi dell'inferno... non sai cosa si prova ad essere il suo angelo avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro... Non sai cosa si prova a dormire su una sedia d'ospedale per due mesi tenendole la mano, perché i dottori vedano nei tuo occhi che il termine "orario delle visite" non si applica a te... Non sai cos'è la vera perdita perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso; dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto.

Will Hunting - Genio Ribelle

La politica non mi dice niente. Non amo le persone insensibili alla verità.
Film: Il dottor Zivago

Non devi temere la morte, devi temere una vita non vissuta. Non è necessario vivere per sempre, basta solamente "vivere".Film: Tuck Everlasting - Vivere per sempre (2002).

Mio padre dice che l'infanzia è il momento più felice della vita, ma secondo me si sbaglia. Secondo me ha ragione la mamma, lei dice che l'infanzia è "quella cosa che ognuno di noi cerca di superare per tutta la vita, lo diceva sempre la mamma, diceva che gli inizi fanno paura, le fini fanno tristezza, ma è quello che sta in mezzo che conta di più. Devi ricordartelo quando sei all'inizio di qualcosa: aiuta la speranza a crescere, e ti terrà a galla.Film: RICOMINCIO A VIVERE 1998.

Alla fine tutte le cose si fondono in una sola, e un fiume l'attraversa. Il fiume fu scavato dal grande fluire del mondo, e scorre tra le rocce dall'inizio dei tempi. Sopra le rocce sostano gocce di pioggia senza tempo. Sotto le rocce sostano le parole, e alcune delle parole sono le loro. Sono tormentato dal fiume.Film: In mezzo scorre il fiume (1992)

Questa mattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio di chiusura della campagna elettorale. Non ci sarà nessun comizio, non ci saranno più trasmissioni. Peppino non c'è più, Peppino è morto, si è ucciso. Si, non sorprendetevi, è andata proprio così! I carabinieri lo dicono, lo dice il magistrato... hanno trovato un biglietto: voglio abbandonare la politica e la vita... questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione... e lui per abbandonare la politica che cosa fa? Va alla ferrovia, picchia la testa contro un sasso, macchia di sangue tutt'intorno, poi si avvolge nel tritolo e salta per aria sui binari... suicidio! Come l'anarchico Pinelli, che vola giù dalla finestra della questura di Milano, come l'editore Feltrinelli che salta su un traliccio dell'Enel... questo leggerete sui giornali, questo vedrete alla televisione... anzi non vedrete proprio niente... perché questa mattina giornali e televisione parleranno di un fatto molto più importante... del ritrovamento a Roma dell'onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse. E questa è una notizia che fa impallidire tutto il resto, per cui: chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia! Chi se ne fotte di questo Peppino Impastato! Adesso spegnetela questa radio, giratevi dall'altra parte. Tanto si sa come va a finire, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso... quella che non aveva Peppino... domani ci saranno i funerali... voi non andateci... lasciamolo solo! E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo! Non perché fa paura ma perché ci da sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace! Noi siamo la mafia! E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, un nudo mescato cu'n niente! da Film: I cento passi (2000)

Ascolta, ma ci riesci per un giorno, non dico a non essere stronzo, ma almeno a stare nella media?
Film: Radiofreccia (1998)

Film: Will Hunting - Genio Ribelle

Chuckie: "Senti, sei il mio migliore amico perciò non prendertela a male, ma se fra vent'anni tu ancora vivrai qui e verrai a casa mia a vedere le partite e farai sempre il muratore, cazzo io ti uccido. Non è una minaccia, è un fatto. Ti uccido, cazzo." Will: "Ma di che diavolo stai parlando?" Chuckie: "Tu hai una cosa che non ha nessuno di noi!" Will: "Oh, piantala! Sempre la solita storia. Lo devo a me stesso, devo fare questo, quello... e se non volessi farlo?" Chuckie: "No no no no. Vaffanculo. Non lo devi a te stesso, lo devi a me. Perché domani mi sveglierò e avrò cinquant'anni, e farò ancora questo schifo. Ma non fa niente, va benissimo. Tu sei seduto su un biglietto della lotteria, ma sei troppo smidollato per incassarlo. Ed è una stronzata. Perché farei qualsiasi cosa per avere quello che hai tu, e lo farebbero anche gli altri ragazzi. Sarebbe un insulto a noi se tra vent'anni stessi ancora qui. Startene qui, cazzo, è uno spreco di tempo." Will: "Non puoi saperlo." Chuckie: "Ah no?" Will: "No, non puoi saperlo." Chuckie: "Ah, non posso saperlo. Beh, ti dico quello che so. Ogni giorno passo a casa tua a prenderti con la macchina, usciamo, ci facciamo qualche birra, qualche risata, ed è fico. Sai qual è la parte migliore della mia giornata? Sono circa dieci secondi, da quando volto l'angolo fino a quando arrivo alla tua porta. Perché penso che magari arrivo là, busso alla porta e tu non ci sei più. Niente addio, niente arrivederci, niente. Sparito, via. Non so molte cose, ma questa la so."
ALTRI PSEUDO FIGLI DI POSEIDON :)
Persino Cariddi secondo alcuni mitografi, era figlia di Poseidone e di Gea, mentre altri ne attribuiscono la paternità a Forco. Durante la sua vita umana aveva mostrato una grande voracità e, quando Eracle attraversò la sua terra con i buoi di Gerione, Cariddi ne divorò alcuni. Per castigo Zeus la precipitò in mare con un fulmine ed ella divenne il terribile mostro.

Da Lisianassa Poseidone ebbe Busiride che figura nella leggenda come re d'Egitto, posto sul trono da Osiride quando questi intraprese il viaggio intorno alla terra. Tuttavia il suo nome non compare nelle dinastie faraoniche e potrebbe essere una deformazione di "Osiride".
Era un tiranno crudele, colpevole di molti misfatti, al quale l'indovino cipriota Frasio aveva vaticinato che solo il sacrificio di un forestiero, una volta l'anno, avrebbe allontanato la carestia che si era abbattuta sull'Egitto.
Il vate fu quindi la prima vittima e lo stesso
Eracle, transitando per il Paese, fu catturato e destinato al sacrificio, ma riuscì a sciogliersi dai vincoli e a riacquistare la libertà, dopo aver ucciso Busiride e tutti i sacerdoti.
Secondo una leggenda era figlio di Poseidone - e non di Oceano, come tutti i fiumi - anche Acheloo, dio del fiume omonimo, oggi Aspropotamo. Come dio-fiume aveva il potere di assumere qualunque forma e quindi si trasformò in .......
serpente e poi in toro per combattere Eracle quando questi chiese in moglie Deianira, già sposata con Acheloo. Nella lotta che ne seguì, Eracle gli strappò un corno e Acheloo si dichiarò vinto; rinunciò a Deianira e donò al rivale il proprio corno - o forse quello della capra Amaltea, già nutrice di Zeus - che, consacrato a Copia, dea dell'abbondanza (cornu copiae), acquistò il potere di elargire fiori e frutti in quantità. Mutilato e sconfitto, Acheloo si gettò nel fiume, che prese il suo nome.
Figli di Poseidone sono anche Alebione e Dercino, che vivevano in Liguria: quando Eracle attraversò la loro terra con i buoi di Gerione, i due cercarono di sottrarglieli ma egli li uccise.
Anche il cavallo alato Arione sarebbe suo figlio, sebbene i mitografi discordino sulle sue origini: chi lo dice nato da una delle Erinni, che abitavano nell'
Ade- il regno dei Morti - insieme con le Moire, la Notte, Cerbero e la Morte stessa, personificata da Tanatos, fratello di Ipno il Sonno, entrambi figli della Notte. Chi lo dice nato invece da Demetra, chi da Zefiro e da un'Arpia, chi racconta che Poseidone lo fece emergere dai visceri della terra, percossa dal suo tridente.
Lo stesso è per le Arpie, che in alcuni autori sono mostri nati da Poseidone e da Gea, mentre in altri sono figlie di Taumante ed Elettra. Ugualmente incerto è il loro numero: per alcuni erano tre, Aello, Celeno e Ocipete; per altri erano molto più numerose, di cui le più note si chiamavano Acheloe, Alope, Ocitoe, Podarge e Tiella. Virgilio le descrive come mostri dal viso di fanciulle e dal corpo di uccello. Incitate da Era le Arpie perseguitavano l'indovino Fineo, insudiciandogli la mensa, per punirlo di aver dato ospitalità al fuggiasco Enea. Furono relegate nelle isole Strofadi dai figli di
Borea.
Da Eurite Poseidone ebbe il figlio Alirrozio, protagonista di due diverse versioni del mito: secondo la prima, tentò di usare violenza ad Alcippe figlia del dio Ares, che quindi lo uccise; secondo l'altra, Alirrozio si adirò perché l'Attica era stata destinata ad Atena anziché al padre Poseidone e, per rappresaglia, cercò di recidere l'ulivo che la dea aveva donato a quella regione; ma l'ascia gli cadde dalle mani e gli tagliò la testa.
Da Ifimedia, figlia di Triope, ebbe i giganti Oto ed Efialte, detti Aloadi, che crescevano in modo smisurato: quando raggiunsero l'altezza di quasi venti metri decisero di assaltare l'Olimpo e dare battaglia agli dei, manifestando l'intenzione di prosciugare il mare, riempiendolo di massi, e di allagare la terra. Suscitarono quindi le ire divine e, secondo una versione, furono fulminati da Zeus; secondo un'altra, furono uccisi con l'inganno da Artemide, che assunse le forme di una cerbiatta e si slanciò tra i due, che si trafissero a vicenda nella fretta di colpirla.
Amò anche Alope figlia di Cercione, contro il volere del padre di lei, ed ebbe un figlio che fu abbandonato dalla nutrice nella foresta. Poseidone mandò una giumenta, animale a lui sacro, per allattare il bambino che, dopo diverse disavventure, fu allevato da un pastore e chiamato Ippotoo, poi capostipite della tribù degli Ippotoontidi. Alope fu invece messa a morte da Cercione e fu trasformata in fonte da Poseidone.
Secondo una diversa versione del mito di Poseidone, questi era padre dello stesso Cercione, di cui altri mitografi attribuiscono invece la paternità a
Efesto. Cercione era il re di Eleusi e possedeva forza e crudeltà smisurate: costringeva alla lotta i viapoi rilasciava, provocando così lo smembramento delle sue vittime. Fu ucciso da Teseondanti e poi squartava i vinti, legandoli alle cime ravvicinate di alberi opposti, che .
Cicno, di Poseidone e di Calice, era il re di Colone nella Troade. Si oppose allo sbarco dei Greci e da solo ne uccise oltre mille, combattendo contro lo stesso Achille, da cui fu più volte colpito senza riportare alcun danno, perché era invulnerabile.
TITANI
Titani è il nome generico dei sei figli di Urano e di Gea (o Gaia) e delle loro sei sorelle, le Titanidi.
Dal più giovane di essi, Crono, che detronizzò il padre Urano, ebbe origine la stirpe olimpica, della quale Zeus è il dio più grande nel pantheon ellenico.
Zeus, l'ultimo nato di Crono, a sua volta detronizzò il padre, aiutato dagli altri dei Olimpi e anche dal più grande dei Titani, Oceano, che era rimasto in disparte quando tutti gli altri avevano sostenuto il loro fratello minore Crono nella conquista del trono al posto del padre Urano.
Questa lotta, la cosiddetta Titanomachia, nella quale i Titani sono protagonisti, è narrata da Esiodo nella Teogonia. Essa comincia con la mutilazione di Urano da parte di Crono; gli altri Titani, che erano stati allontanati dal Cielo da Urano, tornarono a fiancheggiare Crono; ma in seguito furono attaccati da Zeus, quando questi, divenuto adulto, volle prendere il posto del padre.
La lotta durò dieci anni e si concluse infine con la vittoria di Zeus - aiutato non solo dagli Olimpici ma anche dagli Ecatonchiri e da Prometeo - che insieme agli altri dei Olimpi conquistò il cielo e precipitò i Titani nel Tartaro.

TELCHINI

I Telchini erano i demoni di Rodi, secondo una tradizione generati da Ponto, dio del mare, e dalla Terra.
Si assunsero l'educazione di Poseidone, che si unì alla loro sorella Alia. Erano considerati gli ideatori della scultura e di svariate arti, ed erano maghi misteriosi e gelosi delle proprie capacità, tra cui il potere di controllare la pioggia e di modificare a piacere le proprie sembianze. Erano rappresentati come creature anfibie, per metà umani e per metà pesci o serpenti marini, e con lo sguardo potevano arrecare sciagure. Poiché avevano avvelenato il frumento di Rodi con le acque mefitiche dello Stige, furono puniti da Zeus che li precipitò in mare con i suoi dardi.

TIFI
Tifi è il primo pilota della nave Argo ed è originario di Sife, in Beozia.. Gli si attribuiva una conoscenza approfondita dei venti e del corso degli astri, ereditata dalla stessa Atena.
Egli non doveva vedere il termine della spedizione, perché morì di malattia presso il re Lico, nel paese dei Mariandini, sulle rive del Ponto Eusino. Ebbe come successore, al timone, Anceo [e poi altri ancora].
POSEIDONE (o Posidone) / NETTUNO
Secondo la tradizione greca, Crono, figlio di Urano e divinità primigenia, appartenente alla prima generazione divina dei Titani, fu spodestato da tre dei suoi figli, gli Olimpici, i quali si divisero il suo regno: Zeus ebbe il dominio sul cielo e su tutte le terre, Ades fu il re dell'oscuro mondo sotterraneo e del regno dei morti, Poseidone fu signore delle acque e del mare.
Il primo dei tre, dio sovrano, appare pertanto come il fratello maggiore, soprattutto quando nel mondo greco si afferma il diritto della maggiore età. Le leggende più antiche narrano, invece, che Zeus aveva costretto il padre Crono - facendogli assumere, con l'aiuto di Gaia o dell'Oceanina
Meti, una pozione apposita - a vomitare i figli che aveva inghiottito bambini (poiché gli era stato appunto predetto che sarebbe stato detronizzato da uno di loro), dal che si desume che egli fosse considerato il minore.
Gli Olimpici, guidati da Zeus, dichiararono guerra a Crono alleato con i suoi fratelli Titani. La guerra durava già da dieci anni, quando un oracolo predisse la vittoria a Zeus se egli avesse restituito la vita ai fratelli di Crono - gli Ecantochiri, cioè i "Giganti dalle cento Mani" e i Ciclopi - precipitati da Urano nel Tartaro.
Pur essendo soggetto alla volontà del fratello Zeus, Poseidone fu uno degli dei più potenti dell'Olimpo. Abitava una casa rilucente d'oro negli abissi del mare Egeo, presso la Tracia, nella quale si recava su di un cocchio d'oro, trainato da cavalli che galoppavano sul pelo dell'acqua, mentre tutte le creature marine accorrevano gioiose, tributando un caldo saluto al loro signore.
Poseidone fu allevato dai Telchini di Rodi e si unì allo loro sorella Alia, che gli dette sei maschi e, secondo alcune tradizioni, anche la figlia Rodo, da cui il nome dell'isola di Rodi. Afrodite fece impazzire i figli, inducendoli ad attentare
alla propria madre, per cui Poseidone li precipitò nei visceri della terra con un colpo di tridente.
Poi sposò Anfitrite, une delle Nereidi figlie di Nereo e di Doride, ed ebbe da lei tre figli, dei quali il più noto fu Tritone, e una figlia di nome Roda (spesso confusa con Rodo), poi moglie di Elio, dio del Sole. La leggenda narra che Poseidone l'amasse da tempo ma che la Nereide gli si negasse per timidezza, nascondendosi nelle acque dell'Oceano, oltre le colonne d'Ercole. Fu infine ritrovata dai delfini, che la riportarono a Poseidone.
Ma il dio del mare non si poteva certo definire un modello di fedeltà coniugale, dato che gli vennero attribuite molte altre paternità extramatrimoniali: da una naiade ebbe Glauco che, per aver mangiato un'erba prodigiosa, divenne un'immortale divinità marina; dalla ninfa Toosa ebbe il ciclope
Polifemo e Forco, che generò le Gòrgoni, le Graie, il drago Ladone e Scilla. Nacque come comune mortale ma, sconfitto in duello da Atlante, si gettò in mare e fu trasformato in dio, rappresentando la furia delle acque.
Da Medusa ebbe Pegaso- il cavallo alato - e Crisaore; con Melanto si unì sotto forma di delfino, da cui il nome Delfo del figlio; e suoi figli sembrano essere anche i Lestrigoni, giganti antropofagi che attaccarono le navi di Ulisse, quindi collocati tra il Lazio e la Campania; forse anche Briareo, gigante dalle cento braccia, detto dagli umani Aigaion, cioè Egeone, che partecipò come alleato degli Olimpici alla lotta contro i Titani.




Fulcanelli

Fulcanelli è lo pseudonimo di un autore di libri di alchimia del XX secolo (forse Jean Julien Champagne 1877-1932 o René Adolphe Schwaller de Lubicz o Camille Flammarion nato il 16 febbraio del 1842 o Pierre Dujol o Jules Violle medico francese). È sempre stata mantenuta segreta la sua identità. Eugène Canseliet, nato nel 1899 , si è sempre dichiarato discepolo di Fulcanelli.
Fulcanelli parlò sempre attraverso Canseliet che curò le prefazioni dei suoi libri.
Fulcanelli scrisse Il Mistero delle Cattedrali nel 1926 e Le Dimore Filosofali nel 1931. Canseliet afferma che Fulcanelli scrisse anche un terzo libro, Finis Gloriae Mundi, che fu consegnato al Canseliet per la pubblicazione ma poi ritirato in un secondo tempo.Il titolo di di quest'ultimo libro fa riferimento ad un dipinto di Juan Valdés Leal conservato presso la chiesa della Santa Caritad a Siviglia e denominato proprio Finis Gloriae Mundi.Due sono le versioni di questo misterioso trattato, comunque affatto incompatibili e di dubbia provenienza.Una apparve già nel 1988 sulla " Tourbe des Philsophes " e l'altra affidata a Jacqes d'Ares" via internet".
Filosofo perché amante della saggezza e quindi,istruito delle segrete operazioni della Natura, ne imitò i procedimenti . Va detto che il nome di filosofo in passato veniva dato a coloro che erano veramente istruiti dei procedimenti della Grande Opera ( si veda Antoine-Joseph
Pernety,Dictionnaire Mytho-Ermetique.Parigi 1758).
" La vostra preoccupazione sia quella di capire la Pietra dei Filosofi, e nel contempo otterrete il fondamento della vostra salute, il deposito delle ricchezze, la nozione della vera sapienza naturale e la conoscenza certa della natura" traduzione di Paolo Lucarelli da "Lux Obnubilata Suaptè Natura Refulgens, cera de Lapide OPhiklosophico Theorica, metro italico descripta, et ab auctore Innominato Commenti gratia ampliata. Venetiis MDCLXVI, apud Alexandrum Zatta, Superiorum Permissu & Privil. Proemium"
Le opere di Fulcanelli furono considerate straordinarie perché:"quale alchimista operativo nel senso più antico del termine ricostruiva, partendo dal simbolismo ermetico, i punti principali della Grande Opera illustrandone i principi teorici e la prassi sperimentale con un dettaglio e una precisione mai visti prima" Paolo Lucarelli in La tradizione alchemica del XX secolo-Zenit Studi.

BELEROFONTE
Bellerofonte è un mitico eroe onorato soprattutto a Corinto e in Licia. Suo padre "umano" è Glauco , ma il suo culto è legato a quello di Poseidone, di cui è considerato figlio, da cui è protetto in tutte le sue imprese; e il cavallo alato Pegaso, figlio anch'esso del dio del mare, lo accompagna solitamente nel mito, così come nelle raffigurazioni artistiche.
Le sue vicissitudini cominciano con l'uccisione accidentale di un tiranno di Corinto, chiamato con vari nomi nelle varianti del mito, tra cui quello di Bellero (ciò che darebbe un'etimologia al suo nome: "Uccisore di Bellero"); in seguito a questo delitto dovette lasciare la città e andò a Tirinto dal re Preto.
Ma anche da qui dové presto partire: accusato dalla moglie di Preto, che si era offesa per la sua indifferenza verso di lei, di aver tentato di sedurla, fu mandato dal re presso Iobate, re di Licia, latore di alcune tavolette scritte, nelle quali Preto chiedeva di far morire il giovane, indicando la causa della sua condanna. (Da qui vengono dette Bellerophontis tabellae tutte le lettere che sotto falsa apparenza sono poi causa di gravi mali al loro latore).
Iobate sottopose perciò Bellerofonte a prove durissime, dalle quali pensava che non sarebbe tornato vivo. Prima gli ordinò di uccidere la Chimera, un essere mostruoso - leone davanti, ma con una testa caprina che sputava fiamme, drago di dietro - che devastava il paese; ma Bellerofonte piombò dall'alto sulla Chimera a cavallo di Pegaso e la uccise con un colpo solo. Allora Iobate lo mandò a combattere i Solimi, popolazione limitrofa feroce e bellicosa, e poi contro le Amazzoni, e infine riunì una truppa dei più forti Lidi e ordinò loro di ucciderlo in un'imboscata.
Da tutte queste imprese e insidie Bellerofonte tornò vincitore, per cui Iobate riconobbe la sua origine divina, si convinse della sua innocenza, e lo invitò a restare con lui; inoltre gli dette in moglie la figlia e morendo gli trasmise il regno.
Bellerofonte era così passato dalla misera condizione di esule a quella di principe, ma ciò non gli bastò ed egli decise di ascendere col suo cavallo alato fino all'Olimpo e di accedervi come un immortale. Era un peccato di eccessiva ambizione e Zeus lo punì; mandò un tafano che punse Pegaso, il quale sgroppò, facendo precipitare sulla terra Bellerofonte, che morì. Pegaso rimase a Zeus, che lo usò per il trasporto delle sue folgori, e infine fu trasformato in costellazione.
Il guerriero della luce

Per il cavaliere templare non esiste amore impossibile. Egli non si lascia intimidire dal silenzio, dall'indifferenza o dal rifiuto. Sa che dietro la maschera di ghiaccio che usano gli uomini c'è un cuore di fuoco. Perciò il templare rischia piu' degli altri. Ricerca incessantemente l'amore di tutti, anche se ciò significa udire spesso la parola "no", tornare a casa sconfitto sentirsi rifiutato nel corpo e nell'anima. Un templare non si lascia spaventare quando insegue ciò di cui ha bisogno. Senza amore, egli non è nulla.

domenica 23 dicembre 2007

UN PO' DI MITOLOGIA...

Verità...che gran bella parola...

Luce nel buio, a volte dolorosa , mentre la bugia ci culla e ci tiene buoni.

I filosofi hanno passato la loro esistenza a cercare la Vera Verità...hahahh

Si..forse c'è una Falsa Verità e una Vera Verità..più Vera della normale Verità?

Misteri Infiniti..Uno Nessuno Centomila..E ALTRETTANTE VERITA'?..

Ad ognuno la sua!

Vi Piace la Mitologia?

Beh su può iniziare da qui..hahahahahah

Vi allieta la Mitologia?
ESPERIDI
Le Esperidi sono le Ninfe del Tramonto, le mitiche fanciulle dall'amabile canto, che abitano nell'Estremo Occidente, non lontano dall'isola dei Beati, in riva all'OCEANO. Nella teogonia esiodea sono figlie della Notte, ma successivamente furono ritenute figlie di Zeus e di Temi, di Forcide e di Ceto, e infine di Atlante, che di fronte al loro giardino sostiene la volta celeste.
Vario il loro numero e il nome, ma di solito sono tre: Egle, ARETUSA, Espere. La loro funzione essenziale era quella di sorvegliare, con l'aiuto di un drago, il giardino degli dei, in cui crescevano i pomi d'oro, regalo fatto un tempo dalla Terra ad Era in occasione delle sue nozze con Zeus.


Esse cantano in coro presso fonti sorgive che diffondono l'ambrosia. Sono legate al ciclo di Eracle, che va a cercare presso di loro i tre pomi che doveva consegnare ad Euristeo, per averne in cambio l'immortalità.
Disperate per aver perso i frutti loro affidati, le Esperidi furono trasformate in alberi - un pioppo, un salice e un olmo, sotto i quali sostarono gli Argonauti,mentre il drago, secondo una versione del mito, divenne la costellazione del Serpente.
Le Esperidi sarebbero infine la personificazione delle lontane onde oceaniche, e i pomi simbolo della fecondità e dell'amore.

NEREO...E LE NEREIDI

Nereo, antichissimo dio, figlio di Ponto, viene indicato nella Teogonia di Esiodo come simbolo del mare tranquillo e benefico. Veniva rappresentato come un vecchio venerabile dai lunghi capelli canuti e barba fluente, con in mano uno scettro o un tridente e talvolta col corpo terminante a coda di pesce. Dotato di capacità profetiche come molte divinità marine, era amante della lealtà e della veridicità; ma per evitare di fare previsioni o rivelare profezie a chi gliele voleva estorcere, cercava di sfuggirgli, avendo la facoltà di trasformarsi in acqua, in fuoco e in tante altre forme. Così fece con Ercole, che voleva carpirgli il segreto per introdursi nel giardino delle Esperidi a rubare i pomi aurei appartenenti a Giunone. Ma alfine dovette cedere perché le sue figlie, le Nereidi, avevano indicato ad Ercole il luogo in cui il padre dormiva, e l'eroe lo legò ben bene prima che si svegliasse in modo che non potesse più trasformarsi per sfuggirgli.



Le Nereidi, in numero di cinquanta o addirittura, secondo alcune versioni, di cento, erano rappresentate come fanciulle dalla pelle chiara e delicata, in atto di nuotare allegramente insieme ai delfini e ai Tritoni. Come il padre, erano considerate divinità benefiche, e alcune di loro furono particolarmente famose, come Galatea, amata da Aci e da Polifemo; Teti, amata da Peleo e madre di Achille; Aretusa, tramutata in fonte siciliana per sottrarla alle brame del dio-fiume Alfeo; e Anfitrite, sposa di Posidone. Esse erano ritenute dai marinai espressioni positive dell'elemento marino e i naviganti elevavano loro preghiere ed offrivano sacrifici.

ELLE e FRISSO

Nefele, dea delle nubi, sposò Atamante, figlio di Eolo, dio dei venti, e re della Beozia. Dall'unione nacquero due figli: Frisso, "la pioggia che scroscia", e Elle, " la luce". In seguito Atamante abbondonò Nefele per sposare la crudele Ino. La Dea si ritirò nell'Olimpo ma si vendicò scatenando una forte siccità nelle terre dell'ex-marito. Ino tentò di convincere Atamante a sacrificare i giovani a Giove, per porre fine alla calamità, ma Nefele ottenne la pietà degli Dei, che inviarono un ariete dal vello d'oro per consentir loro la fuga. I due fratelli volarono via in groppa all'animale per rifugiarsi nella Colchide, ma Elle cadde in acqua e quel tratto di mare fu chiamato Ellesponto, cioè "mare di Elle".


NAIADI

Le Naiadi sono le ninfe dell'acqua nelle sue diverse forme, e personificano la fonte o il fiume che abitano, a volte singolarmente, a volte in gruppo come sorelle. Godono di grande longevità ma sono mortali.Nelle leggende e nelle genealogie dei mitografi la loro origine è variabile

secondo Omero sono figlie di Zeus, per altri discendono dal dio Oceano, oppure sono le figlie del dio del fiume nel quale abitano.
Ogni fonte ha una Naiade, protagonista della sua personale leggenda, come nel caso della ninfa Aretusa, protetta da Artemide e, come lei, sdegnosa dell'amore, la cui sorgente sbocca vicino Siracusa.
Le Naiadi avevano la fama di essere guaritrici e gli infermi bevevano l'acqua delle loro fonti o vi si bagnavano. A volte, invece, il bagno era considerato sacrilego ed era punito con una vendetta, per lo più espressa in forma di malattia misteriosa.

ARETUSA

Era una naiade figlia di Nereo e di Doride e faceva parte del corteggio di Artemide. Così fa raccontare da Ovidio (Metamorfosi, V, 572 e seg.) la storia della sua trasformazione in fonte: "Io ero una delle ninfe achee, e nessuna meglio di me pose le reti e amò le selve. Una volta ritornavo stanca dal bosco di Stinfalo. Era molto caldo e la stanchezza mi faceva sentire doppiamente la calura. Trovai un piccolo fiume e mi avvicinai: prima mi bagnai le piante dei piedi, poi entrai nel fiume e mi tuffai nelle acque. Mentre nuotavo sentii un sussurro. Spaventata raggiunsi la vicina sponda. 'Dove corri, Aretusa?' gridò Alfeo DEL fiume. 'Dove corri?', ripeté con voce roca. Io cominciai a fuggire. Alfeo mi inseguì. Correvo come le colombe con le ali palpitanti sogliono fuggire l'avvoltoio: egli mi inseguiva crudelmente come lo sparviero suole incalzare le trepidanti colombe. Riuscii a correre fino a Orcomeno, a Psofide, a Cillene, alle valli del Menalo, al gelido Erimanto, nell'Elide, e Alfeo non era più veloce di me. Ma io, impari di forze, non potevo continuare a correre più a lungo; egli, al contrario, sopportava la lunga fatica. Infine, affaticata, estenuata, esclamai: 'Sono presa. Aiutami, o Artemide!' Si commosse la dea; prese una delle sue dense nubi e con quella mi coprì. Il fiume osservava la caligine che mi avvolgeva e, ignaro, mi cercava intorno alla vuota nube; due volte girò, inconsapevolmente, intorno al luogo dove la dea mi aveva nascosta, e due volte invocò: 'Aretusa! Aretusa!' Intanto un gelido sudore ricopriva tutte le mie membra, e da tutto il mio corpo cadevano cerulee gocce ... e più presto di quanto io non racconti il fatto, fui mutata in fonte. Ma il fiume riconobbe le acque amate e, deposta la forma umana che aveva preso, si trasformò nelle usuali onde, per mescolarsi con me. Artemide aprì la terra e io, immersa in oscure caverne, giungo in Ortigia, dove rivedo la luce.